
Scoppietta come la plastica a bolle, ma non ti annoia mai. Ogni cosa che brucia ha un odore diverso. Per dire, i calzini di mio fratello puzzano anche quando sono in fiamme. All’inizio avevo paura, ma la verità è che non esiste fuoco che non possa essere domato, che non lasci a chi l'ha acceso il tempo di mettersi in sicurezza. Tu devi immaginarti la casa come un posacenere, e tutto quello che c’è dentro come il foglio di carta straccia che ci bruciavi qualche anno fa, quando tutto quello che facevi riscuoteva un applauso.
Dentro c’è l’inferno, ma intorno al posacenere non succede
niente. Quindi si tratta solo di correre fuori. Hai nove anni, voglio dire:
quando ti vedranno in giardino, col cuore a palla per l’eccitazione, come se
bruciasse anche lui, penseranno che è la paura e ti stringeranno forte.
Penseranno che sei terribilmente intelligente, che sei riuscita a salvarti da
sola.
Ed è vero, sono molto intelligente. Vedo tutto, corro per
tutta casa, non mi sfugge niente. Queste cose ce le ho in comune con la fiamma.
L’acqua è tonta, lenta, è solo fango un po’ più puro. L’acqua sale e copre
lentamente tutto, mica sceglie cosa colpire. La fiamma no: guizza, schiocca,
slingua, svolta, improvvisa, inventa. L’acqua è Pippo a piedi, la fiamma è Macchia Nera
sulla sua Bugatti. E’ un’appendice muscolare del mio sguardo. Ha una morsa
leggera ed elegante; avvolge, perimetra, strozza, secca, sbriciola: come la
spira di un pitone o la mano di un Gigante.
Tu devi pensare al domino. Finché una tessera cade dopo l’altra
in realtà non è ancora successo niente d’importante. E’ quando una ne butta giù
tre, in parallelo, e tre ne buttano giù cinque, che comincia lo spettacolo. E’
così che funziona una miccia. La miccia è l’innesco del domino. Devi farla più
lunga della strada da percorrere per metterti al riparo, perché il fuoco è più
veloce di te. Io l’ho fatta con l’alcol, per esempio. Ho portato il filo fino
alla finestra di mio fratello. Ho ricaricato uno di quegli zippo di papà e ce l’ho
buttato su. Poi sono saltata dalla finestra.
Davanti alle ceneri la mamma ripenserà alla settimana
scorsa, quando l’ha visto che giocherellava con l’accendino e non gli ha detto
niente. Io dico che penseranno che è stato lui. Così magari la prossima volta
lo sgridano come hanno sgridato me per la storia di quel gatto noioso. E il
bacio della buonanotte me lo prendo prima io: che sì, ho ancora paura del buio, ma sarei anche la maggiore.
La foto è stata originariamente postata su FB da Drzap.